Spedizione gratuita in Italia/Europa per ordini sopra €99 e nel mondo sopra €149. — Free shipping in Italy/Europe for orders over €99 and worldwide over €149.
Se vogliamo affrontare la luce abbagliante, a volte è necessario gettarsi tra le braccia dell’oscurità. E lì, imprigionata da visioni interrotte solo da brevi bagliori, gli stessi che gli occhi faticano a decifrare, è nascosta l’essenza vitale d’ogni cosa, che altro non attende che mostrarsi. Si fa ingresso – qualora si senta l’urgenza di accostarsi al vero – in una dimensione ancestrale, perduta e ora recuperata, in cui il sentire dei primordi giunge a rivelarci segreti inascoltati. Così, accanto all’arcano dell’insoluta vicenda dell’uomo, terre vi sono nel mondo a lui noto che gareggiano per furia e durezza, e dove nessuno tra gli elementi ha ancora perduto il vigore lontano della Creazione. È Lanzarote, petroso mistero sbuffante di vento e ardente di lava. Qui la natura, obbediente soltanto al capriccio ha scolpito nei fianchi il suo volto antichissimo, così che tra le coste nervose, nella dismisura di bocche eruttanti non si smarrisse la memoria dell’indomito grido della fondazione. “Lanzarote” è il titolo dell’ottimo progetto di Willy Vecchiato, che ci presenta in forma di accuratissimo photobook accompagnato dal brillante testo a firma di Vasco Ascolini. Lanzarote è l’isola dell’assolutezza, presidio di fuoco, oscura e indomabile metafora d’una eternità che travalica e sconfigge la minuscola ambizione dell’uomo d’essere egli stesso eterno e dove un sasso, un semplice sasso vi giace da prima che lui apparisse e ci sarà ancora quando lui non ci sarà più. Qui il mondo appare nella sua forma primordiale. Gli scatti di “Lanzarote” ci accompagnano nella discesa nell’oscurità e Vecchiato, che affianchiamo nell’esplorazione, ci introduce a un universo che si rivaluta nella seducente doppiezza di una luce che sgomita per ridurre la distanza con l’oscurità. Ma è proprio l’oscurità a dettare i termini della seduzione, tanto che essa ci appare così avvolgente da suggerirci di indugiare, di frenare il desiderio di formulare qualsivoglia risposta, perché le risposte, spesso, non vengono quando sono necessarie e come succede davanti al mistero rimanere semplicemente ad aspettarle è la sola risposta possibile. Willy Vecchiato si dimostra abile nell’attingere all’essenza: essa è lì, tra un dirompente infrangersi di un’onda come nello scheletrirsi d’un ramo, oppure nelle vaiolose cavità delle rocce: tutto è attraversato dal veemente desiderio di imporsi. Ma il gioco su cui “Lanzarote” insiste, e che Vecchiato è determinato a risolvere, risiede nel dualismo in cui ombre e luci si tendono la mano vicendevolmente, incontrandosi sul piano descrittivo dell’immagine. Così, in questa insolita quanto dialettica competizione, non c’è soggetto che non ci appaia impegnato a fornire un’immagine volta a creare un “altro da sé”, invitandoci a soffermarci confidando che l’attesa conduca una soluzione. “Lanzarote” è il racconto di un mistero che indugia a chiarirsi; forse nemmeno vuole – e qui abbiamo l’obbligo di rispettare l’arcano, perché su ciò che ha il sapore del soprannaturale si ha il vincolo del silenzio. Eppure, come in un gioco che mira a confutare le sue stesse regole, dalle immagini di “Lanzarote” ci accorgiamo che il silenzio ha una voce, una voce propria e che si divincola lungo il racconto fotografico. Vecchiato l’ha ascoltata per noi, l’ha “vista” per noi – del resto è proprio questo il servizio reso dai fotografi: trasportarci dove non possiamo essere – e ne ha riassunto i tratti significativi, come una specie di riassunto dell’Eterno; perché in quest’isola, come si è detto, l’Eterno la sua dimora e a comandare è il Tempo. E noi, in ossequio alla nostra piccolezza, non possiamo che soffermarci a guardare quanto Vecchiato ha scattato per noi, chiamandoci alla sorpresa, al mistero e a non dimenticare nessuno dei segreti che “Lanzarote” dissemina lungo il suo racconto, un cammino inesplicabile e seducente, dove di fronte all’immanenza del tempo presto in noi tutti alberga suprema la consapevolezza d’essere soltanto un battito di ciglia.
Se vogliamo affrontare la luce abbagliante, a volte è necessario gettarsi tra le braccia dell’oscurità. E lì, imprigionata da visioni interrotte solo da brevi bagliori, gli stessi che gli occhi faticano a decifrare, è nascosta l’essenza vitale d’ogni cosa, che altro non attende che mostrarsi. Si fa ingresso – qualora si senta l’urgenza di accostarsi al vero – in una dimensione ancestrale, perduta e ora recuperata, in cui il sentire dei primordi giunge a rivelarci segreti inascoltati. Così, accanto all’arcano dell’insoluta vicenda dell’uomo, terre vi sono nel mondo a lui noto che gareggiano per furia e durezza, e dove nessuno tra gli elementi ha ancora perduto il vigore lontano della Creazione. È Lanzarote, petroso mistero sbuffante di vento e ardente di lava. Qui la natura, obbediente soltanto al capriccio ha scolpito nei fianchi il suo volto antichissimo, così che tra le coste nervose, nella dismisura di bocche eruttanti non si smarrisse la memoria dell’indomito grido della fondazione. “Lanzarote” è il titolo dell’ottimo progetto di Willy Vecchiato, che ci presenta in forma di accuratissimo photobook accompagnato dal brillante testo a firma di Vasco Ascolini. Lanzarote è l’isola dell’assolutezza, presidio di fuoco, oscura e indomabile metafora d’una eternità che travalica e sconfigge la minuscola ambizione dell’uomo d’essere egli stesso eterno e dove un sasso, un semplice sasso vi giace da prima che lui apparisse e ci sarà ancora quando lui non ci sarà più. Qui il mondo appare nella sua forma primordiale. Gli scatti di “Lanzarote” ci accompagnano nella discesa nell’oscurità e Vecchiato, che affianchiamo nell’esplorazione, ci introduce a un universo che si rivaluta nella seducente doppiezza di una luce che sgomita per ridurre la distanza con l’oscurità. Ma è proprio l’oscurità a dettare i termini della seduzione, tanto che essa ci appare così avvolgente da suggerirci di indugiare, di frenare il desiderio di formulare qualsivoglia risposta, perché le risposte, spesso, non vengono quando sono necessarie e come succede davanti al mistero rimanere semplicemente ad aspettarle è la sola risposta possibile. Willy Vecchiato si dimostra abile nell’attingere all’essenza: essa è lì, tra un dirompente infrangersi di un’onda come nello scheletrirsi d’un ramo, oppure nelle vaiolose cavità delle rocce: tutto è attraversato dal veemente desiderio di imporsi. Ma il gioco su cui “Lanzarote” insiste, e che Vecchiato è determinato a risolvere, risiede nel dualismo in cui ombre e luci si tendono la mano vicendevolmente, incontrandosi sul piano descrittivo dell’immagine. Così, in questa insolita quanto dialettica competizione, non c’è soggetto che non ci appaia impegnato a fornire un’immagine volta a creare un “altro da sé”, invitandoci a soffermarci confidando che l’attesa conduca una soluzione. “Lanzarote” è il racconto di un mistero che indugia a chiarirsi; forse nemmeno vuole – e qui abbiamo l’obbligo di rispettare l’arcano, perché su ciò che ha il sapore del soprannaturale si ha il vincolo del silenzio. Eppure, come in un gioco che mira a confutare le sue stesse regole, dalle immagini di “Lanzarote” ci accorgiamo che il silenzio ha una voce, una voce propria e che si divincola lungo il racconto fotografico. Vecchiato l’ha ascoltata per noi, l’ha “vista” per noi – del resto è proprio questo il servizio reso dai fotografi: trasportarci dove non possiamo essere – e ne ha riassunto i tratti significativi, come una specie di riassunto dell’Eterno; perché in quest’isola, come si è detto, l’Eterno la sua dimora e a comandare è il Tempo. E noi, in ossequio alla nostra piccolezza, non possiamo che soffermarci a guardare quanto Vecchiato ha scattato per noi, chiamandoci alla sorpresa, al mistero e a non dimenticare nessuno dei segreti che “Lanzarote” dissemina lungo il suo racconto, un cammino inesplicabile e seducente, dove di fronte all’immanenza del tempo presto in noi tutti alberga suprema la consapevolezza d’essere soltanto un battito di ciglia.
Penisola Edizioni
Casa editrice che ricerca
e pubblica autori italiani.
2021 © Penisola Edizioni
Cookie Policy Privacy Policy Termini e condizioni
Design Roberto Vito D'Amico
Penisola Edizioni
Casa editrice che ricerca
e pubblica autori italiani.
Cookie Policy Privacy Policy Termini e condizioni
2021 © Penisola Edizioni
Design Roberto Vito D'Amico